E’ in discussione nell’aula del senato dal 25 maggio il disegno di legge sugli ITS – Istituti Tecnici Superiori, atto senato 2333 – approvato alla Camera dei Deputati il 20 luglio 2021, frutto della convergenza di testi provenienti dalla trasversalissima maggioranza di Governo, da Gelmini a Orfini. La sua approvazione è uno dei tasselli propedeutici alla attuazione del PNRR; su questa articolazione del sistema scolastico nazionale si prevede uno stanziamento di 1,5 mld.

I percorsi della formazione tecnica superiore – la ITS Academy, denominazione dall’immancabile e provinciale esterofilia, che da tempo caratterizza la neolingua imposta al sistema di istruzione – vengono sostanzialmente legati alle imprese e al tessuto industriale, che diventano di fatto il vero soggetto di riferimento del sistema. Il corpo docente vede affiancati docenti della scuola secondaria che è ente di riferimento dell’Its coinvolto e “docenti” che provengono anche per il 70% dal mondo del lavoro (le norme prevedono che siano almeno il 50%). Ovvero, sarà questo il personale equiparato che avrà la facoltà di istruire,  determinando un percorso (parallelo a quello universitario) che darà diritto ad un titolo di studio con valore legale: come quello della scuola della Repubblica, come l’università. Peraltro il diploma di istruzione tecnica superiore di secondo livello costituirebbe titolo per l’accesso ai concorsi per insegnante tecnico-pratico.

Un ente privato per la prima volta è posto nelle condizioni di rilasciare il titolo di accesso ai concorsi della scuola statale. Gli ITS, infatti, “si costituiscono, ai sensi dell’articolo 14 e seguenti del codice civile, come fondazioni, secondo il modello della fondazione di partecipazione, quale standard organizzativo nazionale della struttura”. Alle fondazioni si applicano le norme generali di diritto privato e quelle sulle fondazioni di diritto civile.La riforma del sistema rappresenta quindi una vera e propria privatizzazione di un pezzo del sistema formativo nazionale. In questo modo un intero segmento del sistema formativo nazionale verrà posto fuori da perimetro pubblico. in una logica completamente subalterna alle ragioni dell’economia capitalistica. In particolare, governo e Confindustria vogliono istituire un canale di formazione professionale che sia in grado di soddisfare le domanda di personale qualificato secondo i diversi comparti produttivi e secondo una diversificazione territoriale. Dopo e in continuità con l’alternanza scuola lavoro e le sue declinazioni, ecco un nuovo attacco del privato al sistema formativo nazionale, la scuola/industria, che rappresenta – insieme alla riforma dell’istruzione tecnica e professionale, strettamente legata ad essa – un passaggio ulteriore per la subordinazione dell’istruzione alle esigenze del mercato del lavoro, con la conseguente differenziazione territoriale che ne deriverà.

Con l’ITS Academy ogni territorio avrà il suo sistema di istruzione tecnica superiore, per rispondere alla domanda delle aziende lì  operative: un’anteprima dell’attuazione dell’autonomia differenziata.

Per questo, il “Comitato Nazionale per il ritiro di ogni AD” prende posizione per il ritiro di questo micidiale progetto, che si inserisce nel percorso di smembramento della scuola e dunque della Repubblica.

Si rivolge a tutti i deputati e senatori che abbiano a cuore la scuola della Costituzione affinché annuncino il loro voto contrario e utilizzino tutti i mezzi parlamentari a loro disposizione per fermare questo provvedimento.

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