Grazie al gruppo Manifesta alla Camera (Suriano, Benedetti, Ehm, Sarli) e al senatore Gregorio De Falco al Senato (AS 2618, con i cofirmatari Fattori, Cataldo, Granato, Nugnes) sono state presentate due proposte di legge costituzionale i cui testi prevedono la cancellazione del comma 3 dell’art 116 della Costituzione, frutto della ‘riforma’ del 2001.
Il comma 3 dell’art. 116 recita “Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell’articolo 117 e le materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo alle lettere l), limitatamente all’organizzazione della giustizia di pace, n) e s), possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei princìpi di cui all’articolo 119.
La legge è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata”.
La proposta di abrogare questo comma mira a disinnescare una vera e propria mina per l’unità della Repubblica, rappresentata dalle richieste delle Regioni a statuto ordinario di acquisire la potestà legislativa esclusiva, che può abbracciare fino a 23 materie – tra cui istruzione, sanità, ricerca scientifica, infrastrutture, sicurezza sul lavoro, beni culturali, ambiente.
L’unità della Repubblica, come configurata dall’articolo 5 della Costituzione, è la garanzia
dell’uguaglianza dei diritti dei cittadine e delle cittadine, ovunque siano nate/i e ovunque risiedano.
Sulla strada dell’autonomia differenziata si sono per prime mosse le Regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, che nel 2018 siglarono pre-accordi con il governo Gentiloni e i cui presidenti Zaia, Fontana e Bonaccini non perdono occasione per chiedere l’accelerazione delle procedure di accesso.
Pur in presenza della crisi pandemica che ha sconvolto il mondo, mettendo a nudo le deficienze della prima regionalizzazione dei sistemi sanitari, e ora della guerra in Ucraina, che sta accentuando l’esplosione della crisi economica e le disuguaglianze sociali e territoriali, impoverendo fasce sempre più ampie di popolazione, le regioni economicamente più forti chiedono di gestire ad esclusivo vantaggio dei propri ceti ricchi risorse finanziarie pubbliche, che appartengono invece a tutti i cittadini, al fine da rafforzare i propri legami produttivi con i paesi del centro Europa.
Ė questo un disegno di secessione delle Regioni forti che ritengono zavorra il resto del Paese e che nello stesso tempo mirano ad avere mano libera in determinati territori per portare a termine i processi di privatizzazione avviati in questi anni, di disarticolazione dei contratti nazionali, di rimessa in causa di tutte le conquiste sociali e democratiche.
Aborriamo questa logica devastante e riteniamo necessario utilizzare le risorse comuni, come quelle fiscali, per superare gli squilibri territoriali e per rendere effettiva l’uguaglianza dei diritti a prescindere dal luogo in cui si risiede.
L’iniziativa dei e delle parlamentari dà concretezza all’obiettivo centrale delle nostre mobilitazioni, avviate da ben 3 anni. Le proposte di legge mirano a dare attuazione ai principi di uguaglianza, solidarietà, dignità delle persone, secondo il dettato del 2 comma dell’art 3 della Costituzione.
Solo l’unità della Repubblica può consentire la rimozione degli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e la partecipazione dei lavoratori alla vita del Paese.
Contro ogni logica di secessione, guidata da spirito proprietario ed egoistico, il Comitato per il Ritiro di ogni autonomia differenziata, l’unità della Repubblica, l’uguaglianza dei dirit si impegna a organizzare una campagna di informazione di questa importantissima iniziativa parlamentare e invita i/le parlamentari di ogni schieramento politico a sottoscrivere le proposte di legge per abrogare il terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione.
Il Comitato Nazionale per il ritiro di ogni Autonomia Differenzia,
l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti
29 maggio 2022
Un pensiero riguardo “Presentate due proposte di legge costituzionale i cui testi prevedono la cancellazione del comma 3 dell’art. 116 della Costituzione”