Ai dirigenti nazionali di tutti i sindacati
Venuti da molte province italiane, dal nord al sud dell’Italia, in rappresentanza di ben 120 associazioni e comitati o a titolo personale, profondamente preoccupati per il processo di divisione del Paese che il governo intende portare a termine con l’Autonomia differenziata, ci siamo riuniti oggi, 7 luglio 2019, in Assemblea Nazionale a Roma. Di fronte al pericolo che incombe, ci rivolgiamo a voi perché rappresentate la più grande forza sociale del nostro Paese in grado di fermare il progetto del governo: è urgente che organizziate subito, nel più breve tempo possibile, una grande manifestazione nazionale per il ritiro di qualunque Autonomia differenziata, per la difesa dell’unità della Repubblica, che porti a Roma centinaia di migliaia di persone da tutto il Paese. La presenza di tante associazioni, lavoratori, cittadini di settori e origini diversi dimostra in modo chiarissimo che il processo in corso preoccupa tutti, colpisce tutti, mira a distruggere le conquiste di tutti. E dunque anche la necessità e la volontà di battersi in maniera forte, unitaria e determinata per fermare questo attacco alla Repubblica e a tutto ciò che la fonda, dai servizi pubblici ai contratti nazionali, dalla scuola e dalla cultura alla sanità e al diritto alla salute, da un unico sistema fiscale solidale alla legislazione sui temi delle infrastrutture, dell’ambiente, della politica economica. La nostra assemblea l’ha definito in modo chiaro: se è vero che l’Autonomia differenziata porterebbe subito a far sprofondare le Regioni del Sud (alienate dalla perequazione e colpite dalla clausola che l’operazione dovrà essere portata avanti “senza oneri aggiuntivi” per lo Stato: a costo zero si abbatteranno uguaglianza, solidarietà, democrazia e l’unità stessa della Repubblica), nondimeno attaccherebbe i cittadini del Nord, perché tutti sarebbero colpiti attraverso la rimessa in causa dell’accesso agli stessi diritti, dei servizi, dei contratti nazionali. D’altra parte, chi può pensare che la privatizzazione-liquidazione finale della sanità pubblica riguardi solo i medici o gli infermieri, che la regionalizzazione della scuola sia un problema solo degli insegnanti e degli studenti, che la fine dei contratti nazionali non porti conseguenze disastrose sul livello di vita di ogni lavoratore e cittadino? Chi può pensare di salvarsi da solo? No, tutti saremmo colpiti, tutti dobbiamo essere pronti a mobilitarci. “Divide et impera” è un motto che tutti conoscono: mai come oggi è attuale, perché l’Autonomia differenziata ha un unico scopo, quello di frantumare le conquiste e i diritti di tutti. Per farlo, è necessario confinare ciascuno nella propria asfittica realtà locale, parcellizzare, isolare, creare ostilità e rancore; allontanare, segmentare, isolare sempre più – e in nome del particolarismo, del localismo – tante piccole identità contrapposte, alienate definitivamente dal senso alto della partecipazione e della solidarietà. Al “divide et impera”, da sempre, i lavoratori e i movimenti dei democratici hanno opposto una sola arma per vincere: quella dell’unità. Certo, la propaganda ha teso le sue trappole. Ma appena i lavoratori e i cittadini vengono informati di ciò che si prepara realmente, la cortina di fumo cade e la realtà allarma tutti. I sindacati sono doppiamente coinvolti da questo processo: da un lato, perché è la loro stessa esistenza su un piano nazionale ad essere messa in causa. Dall’altro, perché la forza che possono mettere in campo consegna loro la responsabilità più grande per fermare il processo in corso. Per questo, ci indirizziamo a voi: non c’è un minuto da perdere, lanciate tutti insieme l’appello per portare centinaia di migliaia di persone in manifestazione a Roma, nell’unità di tutte le sigle, per il ritiro dell’Autonomia differenziata.
Ne siamo certi: la risposta sarà migliaia di volte superiore a quella di oggi e il governo dovrà fermarsi.