AUTONOMIA. CGIL: OGGI ALLA PROTESTA ALLE 17 A PIAZZA MONTECITORIO

(DIRE) Roma, 13 giu. – La Cgil, insieme alle associazioni e alle realtà che hanno dato vita alla ‘Via Maestra’, parteciperà questo pomeriggio in piazza Montecitorio al presidio contro l’Autonomia differenziata che si terrà a partire dalle ore 17. “Una controriforma – dichiara Christian Ferrari, segretario confederale Cgil – che non danneggia solo il Mezzogiorno, ma che fa male a tutto il Paese, dividendolo e rendendolo ininfluente anche a livello europeo. Il Governo e la coalizione che lo sostiene non solo non affrontano la crisi sociale che stiamo attraversando, ma si apprestano a votare definitivamente un Disegno di legge che aumenterà le diseguaglianze e i divari territoriali”. Per il dirigente sindacale “a pagarne le conseguenze saranno i lavoratori, i pensionati, le fasce popolari a ogni latitudine, con la messa in discussione del contratto collettivo nazionale di lavoro, con un ulteriore indebolimento del welfare universalistico, con l’impossibilità di mettere in campoqualsivoglia politica industriale e di sviluppo che torni a farci crescere e a creare occupazione di qualità, con la regionalizzazione perfino dell’Istruzione pubblica, un pilastro dell’identità culturale nazionale”. “Se non si fermeranno alla Camera dei Deputati – prosegue Ferrari – saranno le cittadine e i cittadini ad attivarsi con tutti gli strumenti che la democrazia mette a disposizione, a partire dalla raccolta di firme per promuovere un referendum abrogativo che cancelli la legge Calderoli. La Cgil sarà protagonista di questa battaglia in difesa dell’unità dell’Italia e della coesione sociale”. “Non possiamo consentire che, in assenza di qualunque spirito costituente (ne abbiamo avuta ennesima dimostrazione ieri in Aula), i partiti della maggioranza, ciascuno per la sua parte, facciano a pezzi la Costituzione, che è patrimonio di tutte e tutti e non proprietà di chi siede pro tempore a Palazzo Chigi”, conclude Ferrari.

I Cobas chiamano alla mobilitazione il 13 giugno a Roma: l’autonomia differenziata in dirittura d’arrivo

Dopo il via libera del Senato, lo scorso 23 gennaio, il DDL Calderoli riceverà il sì definitivo da Montecitorio con il passaggio definitivo alla Camera. Quale scenario si aprirà con l’attuazione dell’autonomia differenziata? Si avrà la fine della Repubblica una e indivisibile con, potenzialmente, 20 sistemi scolastici, 20 sistemi sanitari, 20 normative ambientali e di sicurezza sul lavoro, 20 gestioni delle infrastrutture. Non bisogna dimenticare che, una volta ratificate dal Parlamento, di fatto emarginato e declassato a ruolo meramente consultivo e di ratifica, le intese governo-regione hanno durata decennale e non sono reversibili, se non per un recesso da parte delle regioni stesse. Delle 23 materie, ben 9 potranno essere devolute alle Regioni che ne faranno richiesta: Organizzazione della giustizia di pace, Rapporti internazionali e con l’Unione europea, Commercio con l’estero, Disciplina delle Professioni, Protezione civile, Previdenza complementare e integrativa, Coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, Casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale, Enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale. Da queste derivano 184 funzioni che saranno immediatamente operative senza dover attendere il percorso della determinazione dei Lep. L’autonomia regionale differenziata porterebbe alla frantumazione del sistema unitario di istruzione, minando nel contempo alla radice l’uguaglianza dei diritti, il diritto all’istruzione e la libertà di insegnamento (Costituzione, artt. 3, 33 e 34), ma subordinerebbe l’organizzazione scolastica alle scelte politiche, prima ancora che economiche, condizionando localmente gli organi collegiali. Tutte le materie che riguardano la scuola, e oggi di competenza esclusiva dello Stato o concorrente Stato-Regioni, passerebbero alle regioni, con il trasferimento delle risorse umane e finanziarie. Anche i percorsi PCTO, di istruzione degli adulti e l’istruzione tecnica superiore sarebbero decisi a livello territoriale, con progetti sempre più legati alle esigenze produttive locali, così come sarebbero decisi a livelli territoriali gli indicatori per la valutazione degli studenti. Anche le procedure concorsuali avrebbero ruolo regionale e più difficili diventerebbero i trasferimenti interregionali.

Cosa resterà della contrattazione nazionale?

Sarebbe destinato a mantenere una residuale funzione di cornice introducendo una versione regionale delle “gabbie salariali”, con i salari di alcune aree del nord che cresceranno, o resteranno stabili, e quelli del centro-sud che diminuiranno. Il progetto dell’autonomia differenziata scardinerebbe il funzionamento del sistema d’istruzione nazionale ma anche di altri servizi pubblici, dalla Sanità alle infrastrutture, dai porti agli aeroporti, e poi strade e autostrade, giustizia di pace, protezione civile, facendo venir meno la tenuta del Paese e emarginando i più vulnerabili e indifesi. È incomprensibile come il governo sia rimasto sordo di fronte a bocciature eccellenti al DDL Calderoli pervenute da ex presidenti della Corte Costituzionale come Paolo Maddalena, Giovanni Maria Flick e Ugo De Siervo, dal Dipartimento Affari Legislativi della Presidenza del Consiglio dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, dalla Banca d’Italia, dalla stessa Confindustria. Dura la posizione di mons. Savino e del cardinale Zuppi, rispettivamente vicepresidente e presidente della Conferenza Episcopale italiana che esprimono le loro preoccupazioni e invitano a rispondere all’egoismo con la solidarietà tra i vari territori. Noi Cobas, fin dalla prima ora, siamo stati una presenza coerente e costante in tutte le piazze mobilitate e chiamiamo alla mobilitazione e alla partecipazione della S(Veglia) laica per la Repubblica organizzata dal Comitato nazionale contro ogni autonomia differenziata per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei dirittidi cui siamo parte attiva su tutti i territori, che si terrà giovedì 13 giugno a Roma, in piazza Montecitorio, dalle 17.00 alle 20.00. Noi Cobas non ci rassegniamo e proseguiremo le azioni di lotta pacifica e che la Costituzione ci consente, accanto ai Comitati territoriali per il ritiro di ogni autonomia differenziata, e avanziamo fin da ora la richiesta di impugnazione della legge davanti alla Corte costituzionale da parte delle singole Regioni e il referendum abrogativo se sarà dichiarato ammissibile.

Carmen D’Anzi Esecutivo nazionale COBAS Scuola

Anche Ali alla manifestazione contro l’autonomia differenziata: Sindaci e amministratori locali contro la riforma ‘spacca Paese’ 

(ANSA) – ROMA, 13 GIU – Anche Ali parteciperà alla manifestazione di oggi, che si svolgerà davanti alla Camera dei deputati, promossa dai Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata e dal tavolo Noad.  L’associazione delle autonomie locali italiane “porterà ancora una volta la posizione dei tantissimi sindaci e amministratori locali, di ogni parte del Paese, che si oppongono al disegno di legge per l’autonomia differenziata”. “Si tratta di una riforma che sconvolge gli equilibri costituzionali, mortifica l’autonomia comunale per un neocentralismo regionale di cui l’Italia non ha certo bisogno – si legge in una nota -.

Un disegno volto a compromettere diritti fondamentali e ad indebolire ulteriormente le strutture fondamentali dello Stato, a partire dal Servizio Sanitario Nazionale e dal sistema dell’istruzione. L’articolo 5 della Costituzione pone come principio fondamentale l’unità della Repubblica a garanzia dell’uguaglianza dei diritti di cittadine e cittadini, ovunque risiedano. Il nesso tra questi due elementi fondativi della nostra storia repubblicana è sancito nei primi articoli della Carta: volerlo infrangere significa separare ed emarginare le persone, a seconda della loro capacità economica e della regione in cui vivono. Significa aumentare ulteriormente diseguaglianze e squilibri territoriali, rinunciando per sempre a un progetto democratico di giustizia sociale per consentire il ‘pieno sviluppo della persona umana’ e ‘l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori e lavoratrici all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese’. L’Italia è un Paese che ha bisogno di ricuciture, fatte con la partecipazione piena delle autonomie locali, non di ulteriori e pericolosissime spaccature”. (ANSA). 

Autonomia e premierato: la maggioranza procede, USB partecipa alla manifestazione dei Comitati no AD a Montecitorio

Il vergognoso clima e le inaccettabili violenze che ieri hanno caratterizzato la discussione in parlamento sul ddl Calderoli ci parlano di un clima politico esasperato e incattivito dopo il passaggio delle elezioni europee. Adesso è venuto il turno di premierato e autonomia differenziata, il terreno dello scambio scellerato all’interno della maggioranza di Governo.

Sulla questione autonomia differenziata cade poi l’asino del presunto sovranismo di una compagine politica che prende ordini da due parti: da Usa e UE nelle politiche militari, economiche e sociali, dagli interessi compositi della sua maggioranza per quanto riguarda l’architrave istituzionale.

Le conseguenze dell’autonomia differenziata, lo diciamo da sempre, impatteranno su un tessuto sociale già disastrato, acuiranno le disuguaglianze, ridefiniranno in peggio il ruolo dello stato e della PA.

Contro questo disegno ci siamo sempre mobilitati ed è per questo che invitiamo alla massima partecipazione al presidio che dalle 17:00 di oggi i Comitati no AD hanno convocato a Montecitorio. Bisogna fare sentire la voce di chi si oppone e ancora di più la voce di chi si oppone coerentemente a questo piano, facendo attenzione ai falsi oppositori che fin dalla modifica del Titolo V della Costituzione, hanno aperto la strada a tutto questo.

Unione Sindacale di Base

**Centro sinistra: la prima piazza insieme, battaglia vs riforme Meloni compatta opposizioni**

la mossa di Pd, M5S, Avs e Più Europa dopo le aggressioni di ieri alla Camera, manifestazione martedì nella ‘ulivista’ Santi Apostoli Roma, 13 giu. (Adnkronos) Il federatore del centrosinistra? Al momento, il ruolo lo giocano le riforme del governo Meloni. Contro autonomia e premierato, le opposizioni trovano una compattezza finora inedita e martedì 18 Pd, M5S, Avs e Più Europa (l’invito è allargato anche a Iv e Azione, oltre che ad associazioni, forze sociali e civiche) si ritroveranno nella storica piazza delle vittorie uliviste, a Santi Apostoli a Roma. E’ la prima volta che Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Riccardo Magi organizzano una iniziativa insieme. Unitaria, Appuntamento alle 17 e 30, mentre in Senato andrà in scena il voto finale sul premierato. Per quello sull’autonomia, dopo i fatti di ieri in aula e la sospensione prolungata dei lavori, si dovrà aspettare. Forse fin dopo i ballottaggi. Se a Santi Apostoli ci sarà la foto dei leader sul palco è da vedere, ma l’opposizione parlamentare per la prima volta esce dal Palazzo con una comune iniziativa politica. “Dopo le europee l’aria è cambiata”, la valutazione che arriva dai dem. Che sia così o meno, un atto concreto è stato comunque condiviso. Che ci si stesse coordinando si era già intuito in mattinata quando, dall’assemblea dei gruppi Pd, era emersa l’intenzione di Schlein di sentire gli altri leader dell’opposizione per valutare azioni congiunte dopo l’aggressione di ieri da parte di parlamentari della maggioranza verso il deputato M5S, Leonardo Donno. Un percorso condiviso che ha portato a una nota congiunta e all’annuncio della piazza di martedì. “Dopo le aggressioni fisiche della maggioranza in Parlamento non possiamo accettare che anche il Paese sia ostaggio di questo clima di intimidazioni continue”, scrivono Pd, M5S, Avs e Più Europa. “Il Governo Meloni sta forzando la mano e prova a minare le basi democratiche della nostra Costituzione, procedendo a colpi di maggioranza verso l’approvazione dello Spacca-Italia e del premierato”. (segue) *Schlein, ‘opposizione durissima, si scardina impianto costituzionale’ – e Conte invita a portare il Tricolore* ”Non permetteremo -si legge ancora nella nota congiunta delle opposizioni- che vengano compromesse l’unità e la coesione nazionale. Per questo invitiamo la cittadinanza, le forze politiche e sociali, quelle civiche e democratiche di questo Paese ad unirsi alla nostra mobilitazione. Ci vediamo a Roma alle ore 17:30 di martedì 18 giugno, in piazza SS. Apostoli”. In mattinata, la segretaria Pd aveva annunciato davanti ai parlamentari riuniti a Montecitorio una “opposizione durissima contro riforme che scardinano l’impianto costituzionale del Paese”. Che si verifica poco dopo sia alla Camera che al Senato. A Montecitorio le opposizioni protestano all’unisono e chiedono che dal verbale d’aula venga sostituita la parola “disordini” relativa ai fatti di ieri con “aggressione nei confronti del deputato Donno da parte di alcuni deputati Lega e FdiI”. Richiesta respinta. Poi arrivano le parole del leghista Andrea Crippa, riportate dal pentastellato Ricciardi in aula (“gesto X Mas? Peggio Bella Ciao”), e lì scoppia un nuova bagarre. “Fuori i fascisti dal Parlamento”, si grida dai banchi dell’opposizione mentre si intona ‘Bella Ciao’. Intanto al Senato mentre sono in corso le votazioni sul premierato, le opposizioni sventolano il Tricolore e le senatrici di Pd, M5s e Avs occupano per protesta i banchi del governo. Conte intanto diffonde un video sui social stigmatizzando l’aggressione a Donno. “Una cosa inaccettabile e peraltro, per cosa? Per un Tricolore. E’ la nostra bandiera. Se il vostro problema è il Tricolore e difendere l’unità del Paese, ebbene noi rilanciamo

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