Siamo
lavoratrici e lavoratori di tutta Italia, del nord, del centro, del sud.
L’Autonomia
differenziata è stata introdotta dalla modifica della Costituzione approvata nel 2 001. Con essa, ben
23 materie, che oggi competono allo Stato, potrebbero passare completamente alle Regioni che ne fanno richiesta.
Si tratta di materie vitali: istruzione, sanità, lavoro, ambiente, trasporti, infrastrutture, commercio, professioni,
commer cio con l’estero…, e addirittura i rapporti con l’Unione Europea. Nonostante i mezzi di informazione
abbiano cominciato a parlarne, pochi spiegano davvero quello che potrebbe succedere ai lavoratori e alle
lavoratrici, ai/alle giovani, ai pensionati, alle famiglie.
Con l’Autonomia differenziata andremmo incontro alla fine dei contratti nazionali, inevitabilmente affiancati,
quando non sostituiti, da contratti regionali Questo, fisiologicamente ci porterebbe a lotte isolate e deboli, ad
un a maggiore soggezione alle pressioni per accettare condizioni di lavoro più dure, meno tutelate, ad una
legislazione al ribasso, sotto il ricatto di delocalizzazione di industriali e multinazionali, ma non in un altro Paese,
bensì in un’altra Regione!
La situazione disastrosa della sanità che tutti conosciamo, determinata dalla attuale legislazione concorrente
stato regione, tenderebbe a peggiore ulteriormente i livelli delle prestazioni pubbliche sarebbero ridotti al
minimo per lasciare invece spazio aper to alle assicurazioni private e ai fondi sanitari (l a previdenza integrativ a e
complementare, per giunta, è una delle materie disponibili alla potestà legislativa esclusiva delle regioni) In
pratica, la sanità diventerebbe un lusso per chi può permetterse la.
E la scuola? Diplomi, contratti nazionali, orari verrebbero a poco a poco rimessi in causa, come già succede nelle
Regioni Autonome, mentre le pressioni sulla libertà d’insegnamento aumenterebbero, così come la penetrazione
dei privati.
Negli ultimi trent’anni numerose conquiste sono state attaccate. Ma se questo processo non è arrivato fino in
fondo, se ancora esistono i contratti nazionali, le pensioni, una parte di sanità pubblica, una scuola nazionale, è
perché i lavoratori hanno potuto mobilitars i a livello nazionale, uniti dal nord al sud. Domani tutto questo
potrebbe non esserci più, con conseguenze disastrose.
In questo processo, le Regioni del sud sarebbero certamente le prime a pagare un prezzo drammatico. Con l’AD
si prevede infatti che le Regioni “ trattengano le tasse raccolte sul proprio territorio, senza
compensazioni tra le zone del Paese dove c’è più lavoro e più reddito e le altre, come invece avviene oggi. Ma
un sistema di concorrenza al ribasso, unito alla perdita dell e tutele e al proliferare di contratti regionali colpiranno
tutte/i, in un processo di cui è impossibile immaginare esiti positivi.
La propaganda cerca in tutti i modi di nascondere tutto ciò e di presentare l’Autonomia differenziata come una
riforma di se mplificazione amministrativa, di promozione dell’efficienza e di accoglimento delle esigenze dei
territori Non è vero: i centri di potere, i clientelismi, le infiltrazioni della malavita organizzata si
moltiplicherebbero e in cambio ci troveremmo divisi, impotenti, gli uni contro gli altri.
La storia del movimento dei lavoratori è la storia della ricerca dell’unità per ottenere diritti, conquiste, migliorare
le condizioni di vita. Questa storia si intreccia con quella dell’unità del Paese, con la Resistenz a e la Liberazione,
con la stessa creazione della Repubblica, “una e indivisibile” ( 5 della Costituzione). Come lavoratori e
lavoratrici abbiamo tutto da perdere dalla frantumazione di questa unità, dal venir meno definitivo dei presupposti
che hanno alimentat o una lotta ultrasecolare.
Per questo, lanciamo a tutte e a tutti un appello: l’autonomia differenziata ci riguarda; b attiamoci per il suo ritiro.
Difendiamo tutto ciò che ci unisce e costituisce la base dei nostri diritti. Solo così potremo pens are di estenderli
e di riconquistare ciò che abbiamo perso in questi anni.
SOTTOSCRIVI
GIRA E FAI SOTTOSCRIVERE QUESTO APPELLO INDICANDO IL
TUO NOME E COGNOME PROFESSIONE CITTA AL SEGUENTE INDIRIZZO:
appellolavoratoricontroad@gmail.com
Scarica il testo dell’appello qui
Difendiamo i diritti e la dignità.
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L’autonomia Differenziata ci riporterà a prima di Garibaldi e ancor prima, quell’Italia perse il Nizzardo la Savoia e pure la Corsica, oggi cosa perderemo io non voglio stare in una Italia diversa da regione a regione chi pensa di realizzare questa roba (l’autonomia differenziata) è un nemico con cui non parlerò.
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Si tratta di una vergogna e per i lavoratori sarebbe il ritorno alle gabbie salariali eliminate nel 1970 con la legge 300 o Statuto dei lavoratori.
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